Net zero: dalla COP29 ai media, le analisi di Giacomo Grassi, membro italiano della Task Force on GHG inventories dell’IPCC
Giacomo Grassi, membro italiano della Task Force on Greenhouse Gas Inventories (TFI) dell’IPCC, ha presentato i risultati dell’analisi del gruppo in merito alla misurazione dell’assorbimento naturale dei gas a effetto serra in occasione della COP29, mettendo in luce potenziali criticità nella metodologia e necessità di integrare le ambizioni attuali per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Giacomo Grassi, Scientific officer al Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea e membro dell’IPCC Bureau Task Force on Greenhouse Gas Inventories, è stato tra i protagonisti del side event “Reconciling anthropogenic land-use emissions between global models and national inventories” durante la COP29, che ha visto la partecipazione del Presidente dell’IPCC, Jim Skea.
Durante l’incontro Grassi ha presentato i risultati del meeting di esperti del TFI che si è tenuto lo scorso luglio a Ispra, in Italia, con l’obiettivo di discutere soluzioni all’attuale disallineamento tra le metodologie di calcolo del contributo dell’assorbimento naturale alle emissioni nette utilizzate negli ultimi rapporti IPCC e quelle applicate dai membri dell’accordo di Parigi per la rendicontazione.
Come riportato da un articolo del quotidiano Domani, Grassi ha ribadito la necessità di superare queste differenze metodologiche per un calcolo accurato delle emissioni disponibili al fine di mantenere gli impegni presi attraverso l’accordo. Grassi suggerisce che le ambizioni attuali dovrebbero andare oltre il net zero e tendere verso le emissioni negative. Il contributo di Grassi all’analisi delle metodologie per conto del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici è stato oggetto di una intervista andata in onda su Skytg24 e argomento di un recente articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
Le conferenze per il clima sono occasioni importanti per modificare la rotta delle politiche e azioni climatiche sulla base delle ultime conoscenze scientifiche. Il ruolo della scienza nella cooperazione internazionale è stato presentato da Grassi in un podcast, in cui ha sottolineato l’importanza delle relazioni tra Stati e scienza, che acquisisce la funzione di guida al fine di regolare e ridurre le emissioni presenti e future e promuovere l’adattamento.
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